Indice
Introduzione
KubeVirt è una soluzione innovativa che estende le capacità di Kubernetes per gestire carichi di lavoro virtualizzati. In un panorama in cui le applicazioni sono sempre più eterogenee e distribuite, KubeVirt offre un’opzione versatile per eseguire sia container che macchine virtuali (VM) sulla stessa infrastruttura Kubernetes grazie a KVM. Questo articolo esplorerà le caratteristiche di KubeVirt, discuterà i suoi vantaggi e svantaggi e esaminerà il suo utilizzo in ambienti come OpenShift di Red Hat e Harvester di SUSE.
Caratteristiche di Kubevirt

- Integrazione con Kubernetes: KubeVirt è progettato per essere nativamente integrato con Kubernetes, consentendo agli utenti di utilizzare le stesse API e strumenti per gestire sia i container che le VM.
- Supporto per le VM: KubeVirt consente agli sviluppatori di eseguire le loro applicazioni all’interno di VM, offrendo così una maggiore flessibilità e compatibilità con le applicazioni legacy che richiedono ambienti di esecuzione tradizionali.
- Gestione del ciclo di vita delle VM: KubeVirt semplifica la gestione del ciclo di vita delle VM all’interno dell’ecosistema Kubernetes, consentendo la creazione, l’avvio, l’arresto e la distruzione delle VM utilizzando comandi familiari Kubernetes.
- Integrazione delle risorse: KubeVirt offre un’efficiente gestione delle risorse, consentendo di allocare CPU, memoria e storage alle VM utilizzando le stesse politiche di gestione delle risorse di Kubernetes.
- Isolamento e sicurezza: KubeVirt implementa misure di sicurezza robuste per garantire l’isolamento delle VM e proteggere l’ambiente Kubernetes da potenziali minacce.
Pro e contro di Kubevirt
Pro:
- Flessibilità: KubeVirt offre un’ampia flessibilità, consentendo agli utenti di eseguire sia container che VM sulla stessa piattaforma Kubernetes.
- Compatibilità: Per le organizzazioni con applicazioni legacy, KubeVirt fornisce una soluzione per eseguire queste applicazioni all’interno di VM senza dover ricorrere a infrastrutture separate.
- Gestione unificata: Con KubeVirt, la gestione delle VM diventa parte integrante dell’ecosistema Kubernetes, semplificando il processo di gestione delle applicazioni.
- Performance grazie a KVM nativo: KubeVirt utilizza KVM (Kernel-based Virtual Machine), un hypervisor nativo nel kernel Linux, che garantisce prestazioni elevate per le VM. Poiché KVM è direttamente integrato nel kernel, KubeVirt può sfruttare un’infrastruttura di virtualizzazione estremamente ottimizzata, senza bisogno di software di virtualizzazione esterno.
Contro:
- Complessità: L’integrazione di VM all’interno di Kubernetes può aggiungere complessità all’ambiente, specialmente per gli utenti non familiarizzati con i concetti di virtualizzazione.
- Risorse aggiuntive: L’esecuzione di VM all’interno di Kubernetes può richiedere risorse aggiuntive rispetto all’esecuzione di sole applicazioni containerizzate, aumentando così i costi operativi.
- Apprendmento: Per gli utenti nuovi a Kubernetes, l’apprendimento delle pratiche e delle best practices per la gestione di VM all’interno di Kubernetes può richiedere tempo e risorse aggiuntive.
Utilizzo in Openshift di Red Hat e Harvester di SUSE

1.OpenShift di Red Hat: OpenShift è una piattaforma Kubernetes enterprise che Red Hat gestisce e supporta.
Integra nativamente KubeVirt, permettendo di eseguire sia container che macchine virtuali (VM) in un’unica piattaforma.
Grazie a questa integrazione, le aziende possono modernizzare le loro applicazioni mantenendo una coesistenza tra VM legacy e workload containerizzati.
Questo si rivela particolarmente utile nelle situazioni in cui le applicazioni tInoltre, OpenShift offre strumenti avanzati per la gestione del ciclo di vita delle applicazioni, la sicurezza e il monitoraggio, che estendono queste capacità anche alle VM gestite tramite KubeVirt.
Gli utenti possono orchestrare entrambe le tipologie di workload con gli stessi strumenti nativi di Kubernetes, riducendo la complessità e centralizzando la gestione.
2.Harvester di SUSE: Harvester è una soluzione di virtualizzazione open source creata da SUSE, progettata specificamente per gestire infrastrutture virtualizzate in ambienti basati su KubeVirt.
Harvester semplifica la gestione della virtualizzazione offrendo una piattaforma moderna che sfrutta l’orchestrazione Kubernetes per gestire VM.
È ideale per chi desidera una transizione fluida tra i paradigmi tradizionali di virtualizzazione e il moderno mondo dei container.
Una delle caratteristiche chiave di Harvester è la sua integrazione con Rancher, il popolare pannello di gestione per Kubernetes.
Rancher non solo offre una gestione centralizzata dei cluster Kubernetes, ma anche una potente suite per l’observability e la gestione multicluster. Questo permette agli utenti di gestire facilmente sia VM che container attraverso una singola interfaccia intuitiva.
Rancher, con il suo supporto nativo per Harvester, semplifica ulteriormente la gestione di ambienti multi-tenant, il provisioning automatico delle risorse e il networking overlay, riducendo significativamente la necessità di interventi manuali sull’infrastruttura sottostante.
Grazie a KubeVirt e all’integrazione con Rancher, Harvester consente agli utenti di sfruttare al massimo le capacità cloud-native, unendo la potenza di Kubernetes con la flessibilità della virtualizzazione, il tutto mantenendo un’esperienza di gestione semplice e scalabile


Conclusioni
Solo il tempo ci dirà se due giganti dell’open source, come Red Hat e SUSE, avranno avuto ragione nel puntare sull’integrazione di Kubernetes con la virtualizzazione tramite KubeVirt. Sicuramente, la complessità introdotta dalla gestione di un sistema come Kubernetes potrà essere un deterrente per molte aziende, almeno inizialmente.
Tuttavia, non possiamo ignorare come l’evoluzione tecnologica stia semplificando sempre più queste implementazioni. Strumenti come OpenShift e Harvester stanno lavorando per rendere l’integrazione di workload tradizionali e moderni più accessibile, con l’obiettivo di abbassare le barriere d’ingresso.
La transizione non sarà priva di sfide, soprattutto in termini di risorse hardware e competenze richieste, come dimostrato dalle diverse esigenze di infrastruttura tra soluzioni legacy come RHEV e piattaforme moderne come OpenShift.
Mentre l’adozione del cloud sembra un’opzione sempre più appetibile per chi cerca semplicità, è chiaro che l’integrazione tra virtualizzazione e containerizzazione in ambienti on-prem avrà un ruolo centrale nella modernizzazione delle infrastrutture IT.
In ogni caso, come spesso accade in tecnologia, chi avrà la capacità di adattarsi più rapidamente e investire in nuove competenze avrà probabilmente la meglio.