Monetizzare l’Open Source: il caso WordPress e WP Engine 

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Indice

Introduzione

Il caso tra WordPress e WP Engine (si vedano i link nel paragrafo “Fonti” qui sotto per approfondimenti) mette in luce questioni complesse legate a quali siano i modi migliori per monetizzare l’open source, sia dal punto di vista etico che economico. L’open source si basa su un modello collaborativo di sviluppo software, in cui il codice è pubblico e liberamente accessibile, favorendo innovazione e trasparenza. Tuttavia, quando le aziende traggono vantaggi economici dall’open source senza contribuire adeguatamente alla comunità, si pone un problema di sostenibilità e di equità per l’intero ecosistema.

la disputa tra Worpress e WP Engine

In questo articolo si parla ci cosa può accadere quando si decide di monetizzare l’open source senza rispettare le regole.

La disputa è iniziata quando Matt Mullenweg, co-fondatore di WordPress, ha accusato WP Engine di sfruttare l’ecosistema WordPress senza restituire nulla in termini di contributi economici o lavoro volontario. Per questa ragione, Mullenweg ha deciso di bandire WP Engine dall’accesso a plugin e risorse chiave di WordPress.org, una decisione che ha lasciato oltre 200.000 siti web senza aggiornamenti. Questo ha generato preoccupazioni per la maggiore vulnerabilità dei siti e ha sollevato un acceso dibattito sulla responsabilità di chi gestisce un progetto open source, su come bilanciare gli interessi della comunità con quelli commerciali.

Software Open Source: Non sempre sinonimo di gratuito

Uno dei punti centrali del conflitto è il concetto di “software open source”, spesso erroneamente interpretato come sinonimo di “software gratuito”.

WordPress è un progetto open source, ma ciò non significa che tutto ciò che vi ruota attorno debba essere gratuito.

WP Engine ha sviluppato un modello di business molto profittevole offrendo un servizio di hosting ottimizzato per WordPress, ma senza contribuire finanziariamente al progetto né supportarne la manutenzione, creando uno squilibrio nella collaborazione.

Mullenweg ha anche evidenziato che WP Engine rende WordPress più instabile disattivando sistemi di sicurezza come la cronologia delle modifiche dei post, tutto per ottimizzare i guadagni.

Il messaggio è: monetizzare l’open source è lecito ma rispettando sviluppatori e community.

Le risposte e le conseguenze

WP Engine ha risposto con azioni legali, accusando Mullenweg di tentata estorsione per aver richiesto una percentuale dei ricavi in cambio del diritto di usare il nome WordPress. Questo ha sollevato ulteriori preoccupazioni sulle dinamiche di governance della comunità open source e alimentato un dibattito su cosa significhi davvero partecipare a un ecosistema open source.

La vera natura dell'open source

Spesso si crede che l’open source significhi “libero” nel senso economico, ma in realtà il termine indica la libertà di accesso e modifica del codice. Ad esempio, Linux è open source e può essere utilizzato gratuitamente, ma è anche commercializzato da aziende come Red Hat che offrono versioni a pagamento con supporto e funzionalità aggiuntive.

Anche il codice open source di WordPress può essere utilizzato per creare servizi a pagamento, e questo è legittimo secondo i principi dell’open source. Tuttavia, quando le aziende non contribuiscono alcun modo al progetto originale, si solleva una questione etica sul loro approccio “da sfruttatori” della comunità poiché non ne supportano il mantenimento e la diffusione stabile e sicura.

Differenze tra WP Engine e altri contributori

Automattic (Inventrice di Wordpress e principale manutentore) sostiene che WP Engine stia monetizzando il lavoro della comunità senza restituire nulla in cambio. Al contrario, aziende come Yoast, Bluehost e WooCommerce contribuiscono attivamente restituendo valore attraverso finanziamenti, miglioramenti del codice e partecipazione allo sviluppo di nuove funzionalità.

WP Engine è accusata di utilizzare i server di WordPress.org per i propri servizi, generando costi per la comunità senza alcun ritorno; di sfruttare il marchio WordPress nel marketing, creando confusione sugli utenti e di non partecipare attivamente alla comunità open source.

Monetizzare l'open source - Conclusioni

Questa vicenda mette in evidenza il delicato equilibrio tra libertà di monetizzazione e responsabilità verso la comunità. Se l’open source permette a chiunque di creare valore partendo da codice liberamente disponibile, esiste anche un impegno implicito a restituire parte di quel valore alla comunità.

Il caso WordPress-WP Engine crea dunque un precedente e servirà da monito nel tempo, ricordandoci sempre che il valore dell’open source non risiede solo nella libera fruizione del codice, ma anche e soprattutto nella collaborazione grazie alla quale si può aspirare alla sostenibilità e manutenibilità a lungo termine, vero valore chiave per ogni fruitore di soluzioni open.