storie nerd di ordinaria follia

Storie nerd di ordinaria follia

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Introduzione

Si avvicina la fine dell’anno, il Santo Natale, i regali gli abbracci e speriamo la neve, siamo tutti più buoni e l’amore inizia a scorrere a fiumi per le strade. 

Davvero?

Ora siediti prenditi 5 minuti e leggi, tutto potrebbe sembrarti piuttosto familiare.

Il tecnico, meno 30 giorni all’alba

Manca un mese alle ferie ma il dolce suono di questa parola riecheggia ancora così lontano che ti duole quasi al cuore, meglio non pensarci per ora, anche perché mentre tenti timidamente di sognare il riposo squilla il cellulare.

“Siamo pronti, si deve partire per Roma domani”.

“Come pronti? Quando? Domaniiii? Ma io ho schedulato già tutta la settimana.”

“Non possiamo più rimandare, c’è da chiudere il collaudo con il cliente entro la settimana”.

Respiri profondamente, di solito funziona, allontana gli inni ai santi che popolano la tua mente, stavolta non sembra aiutare granché però, cerchi di consolarti pensando che al tuo ritorno ti aspetterà il nuovo amplificatore che da tempo aspettavi, ma è proprio mentre un abbozzato sorriso appare sulle tue labbra che con la coda dell’occhio vedi una notifica sul client di posta.

È una nuova mail e recita così, senza pietà:

“Al tuo ritorno c’è da fare un corso di 3 giorni concentrato in un giorno solo, Teo ha già discusso con il cliente e non c’è modo di spostare questa attività, dai ce la puoi fare, tanto al ritorno non avevi niente da fare, vai bomber!”

Abbassi le palpebre e li vedi tutti, sono lì in fila davanti a te e ti guardano fisso negli occhi, sembra che ti provochino ma non te la senti di insultarli, anzi devi farteli amici, soprattutto questa volta, c’è San Francesco, San Marco, da dietro severo improvvisamente si fa avanti addirittura San Pietro.

Non lo temi e ingaggiato dal tuo spirito guida veneto che ti esorta allo sfogo stai per cedere, ma tu resisti, riapri gli occhi, un paio di respiri profondi ed eccoti già sul portale di Italo a cercare il treno per l’indomani.

Il commerciale, chiusura imminente

Che anno! È stato davvero pieno di soddisfazioni.

“Siamo andati oltre le aspettative ragazzi adesso è ora di appendere il portatile al chiodo e godersi delle meritatissime ferie anticipate, eh eh.

Ci rivediamo a gennaio gnari, non mi state dietro, vi lascio tranquilli, basta ordini per un mesetto dai.”

Squilla il telefono.

“Ciao vecchio! Allora come v…” la domanda retorica muore in gola investita da un torrente di parole.

Tenti una replica:

“Come non riuscite a fare l’intervento… eh lo so che sono arrivati adesso dopo 6 mesi ma come facciamo a dirgli di no… un attimo, aspetta non puoi dirgli così.. calma, calmaaa.”

Mentre il tuo collega è partito per la tangente capisci che è giunto il momento.

“Ok fermo, fermo, tranquillo, ci penso io.. ti aggiorno”, rispondi fingendo una parvenza di sicurezza.

Stavi già pensando allo strato di polvere che si sarebbe accumulato sul tuo notebook, a quella sensazione di libertà che solo la vacanza già pagata ti può dare, alla sveglia gettata nel contenitore della biancheria sporca e invece ora ti stai avvicinando al tuo armadio delle emergenze.

È ora di indossarlo, lo cerchi tra i vari abiti da cerimonia, è lì che ti aspetta da tempo, è l’abito da parafulmine, corredato dalla maschera da cattivo, del resto è un lavoro duro ma qualcuno deve pur farlo e si sa chi è quel qualcuno, vero?

Via allora, una mail antipatica si compone magicamente sotto le tue dita arcuate, sembrano artigli, mentre scrivi abbozzi anche un malvagio ghigno per calarti meglio nella parte.

INVIA.. andata.

Tempo 5 minuti, suona il telefono: 

“ITService buongiorno.. ah è lei.. 

“si sono io eee.. “

“no stia calmo, le spiego meglio…”

Il resto è sofismo intervallato da colpi di ooommm immaginati per tenere i battiti bassi e la chiamata si chiude con un risultato soddisfacente, hai raccolto i fulmini e gli strali del cliente ma adesso i tecnici hanno guadagnato qualche giorno di vantaggio sulla scadenza impellente.

L’amministrazione, meno 30, meno 20, meno 10

“Non è ancora Natale?” ti chiedi con terrore, “no per fortuna no”, ma il conto alla rovescia è impietoso.

“Dove sono finite le ultime mail con i rapportini? Ah eccole, un attimo, ne mancano alcune, ma perché non me li hanno ancora mandati tutti.. mmm e questo cos’è?

Uuuuh madò non ho ancora inviato quelli veeecchi, eeeeh, vabbè c’è da fare.”

Lì nel tuo ufficio pieno di carte virtuali ti senti come Atlante, stai reggendo con la sola forza delle tue braccia non troppo allenate tutta la baracca.

“Ma come faccio a fare tutta sta roba entro Natale?”. Ti dici disperata.

“Ok una cosa alla volta”, scarichi la nuova posta, ecco una mail del boss, leggi le prime righe, gli angoli della bocca si sciolgono, le palpebre diventano pesanti, il cuore pulsa.

Una mail lenzuolo con le cose non fatte, da fare, che si dovevano fare, che si dovrebbero fare, che “come mai non sono state fatte”…

Un rumore ti risveglia dal torpore, la gatta miagola, ha fame, è un lampo e vedi la ciabatta che vola verso il felino che fiuta il pericolo e si dilegua dietro alla porta.

“Torniamo a noi, dove sono le carte dell’avvocato? Ma non abbiamo ancora finito con questi contrattiiii?”

Ti imponi di calmarti.

Un promemoria tintinna sinistro come un fantasma che si affaccia alla finestra, la finestra però è quella del calendario sul tuo monitor retroilluminato:

“Call di allineamento con Matteo ore 9:00”

Sono le 8:55.

“Non ce la farò mai”, ti ripeti, “mai..”

Ma il Natale è vicino, si devono mandare le schede di lavoro, si devono chiudere gli ultimi ordini, inviare le fatture, rispondere alle mail, fare gli appuntamenti…le figlie, il marito, i genitori, i regali, la cena, il gatto …

Ormai uno strano stato di trans-scollegato si è impossessato di te e vaghi con la mente alla ricerca del nirvana quando suona il cellulare.

È il commercialista!

“Maledetto Natale, fosse almeno quello ortodosso avrei 15 gg in più…”

Il CEO, l’anno è già finito

“Pronto, ciao, volevo dirti cheee:”

“Basta ordini adesso. L’anno è chiuso.

(Bofonchiare sconnesso dall’altra parte del cavo)

Lo so che è il 30 di Novembre ma noi siamo già full fino al 20 di Gennaio con le attività. Basta.”

(Lamentosi tentativi di spiegazione in sottofondo).

“Non lo so cosa gli devi dire, è il tuo lavoro no? Non fai niente potrai almeno rispondere come si deve.”

Riattacchi.

Sei stato un po’ duro con lui, alla fine il commerciale porta fieno in cascina, ma la cascina è la tua pensi, ed è quasi in fiamme, “dobbiamo un attimo fermarci.”

Suona il telefono, controlli chi è, “Ah di nuovo lui, ok ho cose più urgenti da fare adesso.”

Vediamo la posta:

-130 mail sul support da leggere

-20 mail dal commerciale da leggere

-10 mail dall’amministrazione

“Ma allora devo fare tutto io qui?!”

Mentre pensi a come liberarti da tutto questo garbage digitale una voce inneggiante che proviene dai tuoi ricordi adolescenziali invade la tua mente.. 100 – 100 – 100!

“Chissà se Bitcoin arriverà al traguardo storico dei 100.000 euro, sarebbe incredibile.”

Ma mentre sogni suona di nuovo il telefono, controlli chi è: 

“Di nuovo! Ma se non ti ho risposto 5 minuti fa perché mi chiami ancora!” 

Gli dico sempre di scrivere, non di chiamare!” 

Ti ripeti come a giustificarti, arcigno.

Torni con gli occhi al monitor, le mail sul support non lette sono salite a 150, meglio mettersi al lavoro.

“Ok queste 3 sono per Manu, INOLTRA

queste 5 per Mirco, INOLTRA

queste due per Emilio…”

Driiiin. 

Ancora, pensi, ma questa volta rispondi: “Dimmi”.

Segue una pausa senza soluzione di continuità che congela l’interlocutore dall’altra parte della connessione wifi che vi unisce con la sua magia tramite l’etere.

“Dimmi..” Ripeti leggermente più morbido.

(lamentele in sottofondo)

“Sì Manu, ma no, questo devi farlo tu, se lo devo fare io me lo dici, così non ti mando nemmeno la mail. Ciao.”

Torni al tuo intervento da remoto: 

“Vediamo adesso questo cliente di cosa ha bisogno, ah ok, apro la VPN e ..”

Driiin. 

Decidi di rispondere di nuovo, con fiducia: “Dimmi”

(altre spiegazioni e rimostranze in sottofondo)

“Eh va bene ma allora se quello che dico non si fa poi devo rifare le cose io”.

Riattacchi e sbuffi, “vediamo se riesco a concentrarmi un attimo su questo, dunque..” 

Driin.

La tua mente ordina: “Non hai tempo adesso”, ruggisci tra te e te e come attirato da un magnete il tuo occhio stanco si posa su una locandina di un laser game, tua eterna passione. 

Per un attimo ti vedi bambino a occhi sgranati dietro le spalle del fortunato giocatore di turno da cui imparavi morbosamente le mosse.

Destra, sinistra, su-giù, bottone rosso e destra…

Ti ritrovi sognante a occhi chiusi e 

Driin!!!!

Guardi il telefono con disprezzo e lo muti, poi il lampo di genio!

“È tempo di salire in macchina per recarsi da un cliente”,

forse non è necessario andarci fisicamente ma sai che in macchina il bluetooth è difettoso e devi assolutamente uscire da questo infernale ufficio, per farti coraggio ti ripeti “dai forza, tanto l’anno è già finito!”

Buon Natale

È vero è stato un anno straordinario ma non è ancora terminato in realtà e tutti siamo ancora in lotta per portarlo in porto con soddisfazione.

Tra una chiamata e una mail, un inno al nostro santo protettore e una stretta di mano risolutrice, un ordine rimandato e una fattura anticipata, i ritmi serrati che caratterizzano la fine dell’anno sono qui che ci battono inesorabilmente il tempo.

A tutti i lettori che sono arrivati fino a qui auguriamo di tenere botta fino alla fine e di mangiare un golosissimo e meritatissimo panettone con soddisfazione.

E non dimenticate il vino! Auguri.