Nis2 e la rete IoT

NIS2 e l’infrastruttura di rete

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NIS2: perché partire dal basso è cruciale per la sicurezza

Nel precedente articolo abbiamo esplorato le sfide che le aziende devono affrontare per adeguarsi alla direttiva NIS2, evidenziando i problemi legati alle infrastrutture obsolete, alla mancanza di segmentazione della rete e ai rischi introdotti dai dispositivi IoT e dalle macchine 4.0. 

In questa seconda parte, ci concentreremo su come affrontare questi problemi, partendo dalla base: un’infrastruttura di rete sicura e moderna. Questo è il punto di partenza indispensabile per garantire non solo la conformità normativa, ma anche la protezione dei dati e la resilienza operativa. 

Reti Aziendali: uno sguardo al problema

Un’infrastruttura di rete non adeguatamente progettata o aggiornata è come una vecchia strada piena di buche: non importa quanto tecnologicamente avanzato sia l’automezzo che la percorre, il rischio di incidenti è sempre presente. 

Le reti aziendali di molte imprese sono ancora prive di VLAN (Virtual Local Area Network), ossia segmentazioni che separano i diversi dispositivi e funzioni. 

Questo significa che un elemento della rete compromesso – come una macchina 4.0 o un terminale IoT – può diventare un vero cavallo di Troia, in grado di favorire l’accesso ai dati sensibili conservati nei server aziendali o di compromettere l’intera rete. 

Le aziende, inconsapevoli di aggravare ulteriormente la situazione, spesso non prevedono nelle loro infrastrutture l’utilizzo di apparati attivi (come switch gestiti), indispensabili per implementare VLAN e altre funzionalità di sicurezza. Questo crea un ambiente in cui qualsiasi dispositivo, anche non autorizzato, può facilmente accedere a tutta la rete aziendale senza alcun controllo. 

Il Ruolo delle Macchine 4.0: efficienza con un lato oscuro

Le macchine 4.0 sono il simbolo della trasformazione digitale: robot intelligenti, sistemi di produzione automatizzati, dispositivi connessi in grado di monitorare e ottimizzare i processi in tempo reale. Tuttavia, proprio queste macchine, spesso progettate più per la produttività che per la sicurezza, rappresentano un’enorme superficie di attacco. 

Ad esempio, molti macchinari industriali non supportano aggiornamenti di sicurezza o comunicano attraverso protocolli non criptati, rendendoli bersagli ideali per i cybercriminali. Una macchina compromessa può essere utilizzata come punto di accesso per raggiungere server aziendali dove risiedono informazioni sensibili, come dati dei clienti, progetti industriali o documenti strategici. 

Partire dal basso: un piano di rinnovamento necessario

Il primo passo fondamentale per affrontare le vulnerabilità della rete è eseguire un audit completo dell’infrastruttura esistente. Un audit consente di mappare le risorse, identificare i punti deboli e valutare lo stato delle apparecchiature di rete, dei dispositivi connessi e delle politiche di sicurezza implementate. Solo conoscendo a fondo il proprio ecosistema digitale, un’azienda può pianificare interventi mirati ed efficaci. 

È importante affidarsi ad un team che offra servizi specializzati di audit della rete aziendale, progettati per individuare i gap di sicurezza e proporre soluzioni pratiche, partendo da una base solida. Ecco come questo processo si traduce in azioni concrete: 

  1. Aggiornamento dell’Infrastruttura di Rete
  2. Mappatura e Valutazione dei Dispositivi Connessi
  3. Aggiornamento dei Server e dei Sistemi Legacy
  4. Implementazione di Sistemi di Monitoraggio e Allerta

Il futuro parte da qui

Un audit della rete rappresenta il primo passo cruciale per costruire una strategia di sicurezza efficace, calibrata sui rischi specifici e sulle esigenze operative di ogni azienda. 

Ignorare le infrastrutture obsolete non è più un’opzione, soprattutto in un contesto regolamentato dalla NIS2 che impone standard sempre più stringenti. 

La sicurezza informatica deve essere considerata un processo evolutivo e continuo, che parte dalle fondamenta e si adatta progressivamente all’avanzare delle tecnologie. Affrontare le vulnerabilità alla radice consente di creare un ecosistema digitale robusto, capace di proteggere i dati critici e garantire la piena operatività aziendale anche di fronte a nuove minacce. 

Nel prossimo capitolo di questa serie, approfondiremo gli aspetti legati alla supply chain, esplorando come la NIS2 influenzi la gestione dei fornitori, e analizzeremo gli obblighi di segnalazione degli incidenti, evidenziando come prepararsi per rispondere tempestivamente agli attacchi informatici. 

La strada verso la conformità è un percorso complesso, ma con il giusto approccio può diventare un’opportunità per rafforzare la resilienza aziendale. 

Zantedeschi Stefano